Servizi sociali in Mugello: nel 2023 prese in carico più di 3.400 persone in difficoltà

Data:
5 Settembre 2024

Servizi sociali in Mugello: nel 2023 prese in carico più di 3.400 persone in difficoltà

Le persone con almeno una presa in carico dal Servizio Sociale Integrato Mugello (SIM) nel 2023 sono state 3438, e rappresentano il 5,4% della popolazione residente.

Le prese in carico totali però sono state 3.857, la stessa persona infatti può aver avuto prestazioni diverse per percorsi diversi. Sempre lo scorso anno, gli Assistenti sociali presenti sul territorio hanno effettuato 12.727 prestazioni professionali e hanno attivato 2.120 interventi/servizi.

Leonardo Romagnoli, Presidente SDS Mugello: “Questi numeri riguardano minori, adulti, anziani e famiglie reali, che hanno trovato una risposta a problemi importanti. I numeri sono utilissimi per monitorare la situazione sociale del nostro territorio e per migliorare l’efficienza dei servizi, ma sono anche indicativi dell’importanza e della dimensione del lavoro che svolgono gli Assistenti sociali per il benessere individuale e sociale in Mugello. Un mestiere difficile che richiede competenza e dedizione, di questo li ringrazio”.

Marco Brintazzoli, Direttore SDS e Zona Mugello: “Negli ultimi due anni abbiamo migliorato l’interazione con il territorio-comunità cercando di valorizzare la flessibilità per la presa in carico affinché le assistenti sociali dell’area fossero più integrate e potessero sostituirsi o intervenire in seguito a urgenze-emergenze sociali. Inoltre, abbiamo iniziato a creare specifiche aree trasversali di intervento, per esempio per gestire al meglio la disabilità, tenendo conto della fattibilità in base alla distanza territoriale e congrua presenza di operatori. Questa risposta organizzativa ha coinvolto fin da subito tutto il servizio, che ha affrontato via via le criticità ma collaborato fattivamente alla sua realizzazione”. Prosegue Brintazzoli: “Altro importante risultato, che discende dal tipo di organizzazione in Sds, si è registrato in termini di integrazione con i servizi sanitari territoriali in particolare Serd e Salute Mentale, aprendo spazi maggiori di analisi dei bisogni dei singoli e della Comunità, per esempio con l’iniziativa dell’Agorà della Salute e con la sistematizzazione delle valutazioni dei casi complessi socio-sanitari nell’equipe della UVM-D”.

Questo assetto organizzativo ha risposto a crescenti richieste da parte dei cittadini che nella loro quotidianità si trovano a dover affrontare una complessità/molteplicità crescente di bisogni con strumenti/risorse economiche e familiari non adeguate o sufficienti. In generale si è registrato un aumento di persone che accedono al sistema dei servizi sociali, e che riguardano tutte le fasce di età della popolazione.

In particolare, si è intervenuti per rispondere a:

  • nuclei famigliari o singoli adulti che non si erano mai rivolti al servizio, con situazioni di complessità sociosanitarie anche in fase di dimissione da ospedali e case di cura;
  • emergenze abitative per nuclei marginali e sfrattati ma anche connesse alle dimissioni dei nuclei afferenti al programma SAI;
  • richieste di assistenza scolastica per gli alunni disabili e/o con disagio, per integrare e supportare gli insegnanti nella gestione del gruppo classe e per trovare nuove modalità di intervento;
  • famiglie con anziani per le problematiche legate alla non autosufficienza, in aumento la richiesta di valutazione multidisciplinare;
  • richieste di inserimenti in percorsi per la disabilità adulta e per sostegni alla precarietà abitativa ed economica.

Negli ultimi anni si evidenzia un aumento della fragilità relazionale anche nei rapporti familiari con conseguente rottura o crisi. Problematiche relative alla conflittualità intra ed extra familiare: violenze, abusi, conflitti in età adolescenziale con agiti anche gravi, separazioni conflittuali, e espulsione di anziani.

Anche la programmazione europea del PNRR, con la Missione 5 “Inclusione e coesione”, intende rispondere in parte alle problematiche emergenti nel territorio in quanto permette di “mettere a sistema” risposte omogenee per la disabilità e l’emergenza abitativa, in particolare con il Sub InvestimentoM5C I 1.1.4 “Interventi per rafforzare i servizi sociali attraverso l’introduzione di meccanismi di condivisione e supervisione per gli assistenti sociali”.

Il LEPS Supervisione del personale dei servizi sociali si colloca quindi, in questo quadro nazionale di rafforzamento del sistema complessivo di risposta ai bisogni sociali e si pone come un livello essenziale trasversale a tutti quelli previsti e definiti dal Piano Sociale Nazionale, al fine tanto di individuare le migliori risposte ai bisogni quanto di prevenire e contrastare i fenomeni di burn-out.

 

Ultimo aggiornamento

5 Settembre 2024, 17:30